Comincia la caccia al vaccino col distinguo di cittadini italiani di serie A e B. Un piccolo antipasto di quello che potrebbe accadere da gennaio. La querelle parte da chi dovrebbe essere esempio di governo, cioè la classe politica.
Ed ecco che già si litiga sui vaccini. Prima donne, anziani e bambini si diceva una volta. Ora anziani e operatori sanitari, nonché, probabilmente, anche le forze dell’ordine.
Certo, gennaio è dietro l’angolo, ed è scattata da tempo la caccia al vaccino. E la politica è la prima che agisce in questa direzione. Così Angelo Ciocca, europarlamentare pavese della Lega, durate la trasmissione ‘Lombardia nera’ su Antenna 3, ha manifestato la preoccupazione che la Lombardia non possa avere un numero di antiCovid commisurato rispetto alla popolazione, soltanto che è andato un po’ oltre le righe e si è appellato anche a una sorta di ius primae noctis, così ha espresso chiaramente che la sua regione è il motore dell’Italia ed è inconcepibile che possa ricevere meno vaccini rispetto a un’altra regione, meno produttiva. Cioè “se si ammala un lombardo vale di più che se si ammala una persona di un’altra parte d’Italia” ha detto. Quindi, ha ribadito “niente clientelismo territoriale” riferendosi in particolare ai vaccini che potrebbero essere distribuiti nel Lazio. Ecco, appunto niente clientelismo territoriale.