Coletta come Hitler isolato nel suo Führerbunker

Ormai il sindaco di Latina somiglia a Hitler isolato nel suo bunker, circondato dagli avversari, abbandonato dalle forze amiche e, soprattutto, in attesa che il destino compia i suoi passi. Non si spiega altrimenti la scelta (altroché veloce) di nominare all’istante, lo scorso 9 giugno, Dario Bellini assessore all’ambiente al posto del dimissionario Roberto Lessio.
La scelta caduta su Bellini ricorda un poco l’avvitamento senza sbocchi di Adolf Hitler nel Führerbunker, quando il dittatore nazista, capendo che la guerra era persa, evitato dai suoi ex fedelissimi, decise di suicidarsi ritirandosi nel suo fortino di Berlino. E nel fortino il sindaco Coletta s’è ormai rinchiuso da tempo, rifiutando dapprima la mano tesa di una parte della città seppure lui stesso e la sua maggioranza andavano sbandierando quell’inclusione concretizzatasi solo a parole, beandosi di un’ipotetica lavagna dove andavano segnati e divisi i buoni e i cattivi, poi rifiutando a più riprese in una complessa schermaglia a scacchi ardua a comprendersi il soccorso rosso dei partiti dell’area di centrosinistra. Per non tacere della bizzarra fuga in avanti di colore rosa orchestrata qualche giorno prima alla querelle Lessio da parte delle consigliere Nicoletta Zuliani (Pd), Valeria Campagna e Maria Grazia Ciolfi (Lbc), più Celina Mattei, in bilico tra Lbc e Italia Viva, che tramite la voce del suo segretario provinciale Renato Archidiacono non ha risparmiato siluri all’operato del primo cittadino.
Ma torniamo all’assessore nuovo di zecca dell’esecutivo di Coletta (ed è il settimo cambio…). Bellini, reduce dall’esperienza di presidente della commissione ambiente, più capogruppo di Lbc (è stato il più votato del suo partito. E questa la dice lunga…), in questi quattro anni si è particolarmente distinto per il carattere irascibile e per le sue performance in assise comunale attraverso un linguaggio diretto e massimalista, in verità poco incline al dialogo. Non solo, qualche sua esternazione su vicende e problematiche ambientali è risultata spesso e volentieri incauta e superficiale.
L’impressione è che la scelta da parte del ‘capitano’ Coletta sia dipesa dal materiale umano a disposizione, un capitale umano sempre di minore qualità che testimonia che il sindaco ha in squadra gli uomini contati e la panchina corta.

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