L’intervento da parte del ministro dell’interno Luciana Lamorgese ha fornito un intervento aggiornato sulla rete d’accoglienza, italiana ed europea.
Nella sua audizione davanti al comitato parlamentare sull’attuazione ed il funzionamento della Convenzione di applicazione dell’Accordo di Schenghen, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha fornito a deputati e senatori una fotografia aggiornata della rete di accoglienza (Hotspot, Cpa, Cas), chiarendo anche qual è stato in questi mesi l’impatto delle misure anticovid 19 nelle strutture destinate all’assistenza dei migranti. Inoltre, la responsabile del Viminale ha fornito all’organismo bicamerale, presieduto dal deputato Eugenio Zoffili (Lega), un resoconto sul ruolo dei prefetti per il periodo emergenziale e un’analisi sui numeri delle richieste di asilo e sullo stato dei ricollocamenti in Europa.
Sul tema del nuovo Patto su immigrazione e asilo, il ministro ha ricordato qual è la posizione dell’Italia che ha chiesto in più di un’occasione alla commissione Ue il superamento del Regolamento di Dublino e del criterio della responsabilità del Paese di primo ingresso sul quale è stata fin qui incardinata la politica migratoria europea.
Oltre l’accordo di Malta – sottoscritto nel settembre 2019 – l’Italia ha presentato con Francia e Germania una lettera indirizzata alla commissione Ue lo scorso 9 aprile: per sottolineare l’esigenza – ha sottolineato il ministro – di «creare un meccanismo vincolante per un’equa distribuzione secondo criteri specifici e in particolare quando uno stato membro subisce una pressione sproporzionata».
Il comitato Schenghen è stato anche informato della recente iniziativa di 5 Paesi mediterranei (Italia, Cipro, Grecia, Malta e Spagna) che hanno presentato alla commissione Ue, lo scorso 5 giugno, una nota congiunta volta a sostenere la creazione di un meccanismo prevedibile di carattere obbligatorio ed automatico di attribuzione della responsabilità delle richieste di asilo, fondato su una redistribuzione pro quota per ogni Stato membro.
Sempre l’Italia – è stato riferito al comitato Schenghen – ha chiesto alla commissione Ue il riconoscimento della specificità delle frontiere marittime dell’Unione con la previsione di una redistribuzione obbligatoria e senza condizioni di coloro che sono sbarcati a seguito di operazioni di ricerca e soccorso in mare, in ottemperanza ad obblighi previsti da norme e convenzioni internazionali che impegnano tutti gli Stati membri.
Nelle sue conclusioni – sottolineando che un’efficace gestione del fenomeno non può prescindere anche dallo sviluppo di politiche in grado di assicurare un’effettiva integrazione dei migranti – il ministro Lamorgese ha voluto rivolgere un «ringraziamento ed un riconoscimento alle donne e agli uomini della forze di polizia e dell’amministrazione che mi onoro di rappresentare». Perché – ha aggiunto – «è grazie al lavoro di tutte queste persone e alla loro dedizione e professionalità che il nostro Paese è riuscito , anche in una situazione delicatissima di emergenza, a non sottrarsi ai suoi obblighi internazionali, nel rispetto dei diritti e della dignità delle persone coinvolte».