Legambiente denuncia le specie a rischio. Sos Italia e Mediterraneo.

Nel rapporto allarme per le specie animali e vegetali, il Mare Nostrum in forte pericolo. A rischio delfini, squali, capodogli e tartaruga Caretta caretta.

L’ultimo dossier di Legambiente denuncia gli effetti delle attività antropiche sugli ecosistemi globali: sempre più a rischio specie animali e vegetali, oltre che risorse e servizi essenziali per la sopravvivenza dell’umanità. Il mar Mediterraneo è osservato speciale, con hotspot di biodiversità e tra i mari più in pericolo al mondo: delfini, squali, capodogli e tartaruga Caretta caretta tra le specie in pericolo.
“In gran parte disattesi gli obiettivi decennali sulla conservazione della Natura. Ecco le nostre dieci proposte per rafforzare il Piano strategico per la biodiversità 2020-2030. L’Italia giochi un ruolo chiave: necessario tutelare efficacemente il 30% del territorio nazionale entro il 2030” si legge nel rapporto pre-estivo dell’associazione ambientalista.
Il declino della biodiversità galoppa a un ritmo senza precedenti nella storia dell’uomo. Un’emergenza fra le emergenze che non ammette stalli né minimizzazioni. Il 2020 funestato dal Covid-19 avrebbe dovuto essere l’anno cruciale per il raggiungimento degli obiettivi decennali sulla conservazione della natura, ma così non è stato: se gran parte di essi sono stati disattesi, già nella Giornata mondiale della Biodiversità, il cui slogan è “Le soluzioni sono nella natura”, ci ricorda quanto le attività antropiche e il mancato rispetto degli equilibri ecologici minaccino non solo le specie animali e vegetali che popolano gli ecosistemi del globo, ma la stessa sopravvivenza dell’umanità. Per questo è fondamentale che il nuovo decennio sia quello della svolta decisiva nella tutela della natura e delle specie. A cominciare dall’Italia, nazione con la più grande biodiversità in Europa.
A evidenziarlo è il nuovo dossier “Biodiversità a rischio” di Legambiente, che traccia un quadro sullo stato di salute del patrimonio naturalistico italiano a partire dal Mediterraneo, hotspot di biodiversità marina e tra i mari più in pericolo al mondo, riservando un focus speciale a delfini e squali, protagonisti di alcuni eccezionali avvistamenti nel periodo di lockdown. Al contempo, Legambiente lancia una road map post-2020 con dieci proposte sul contributo che l’Italia può dare al Piano strategico per la biodiversità del decennio 2020-2030. Per Legambiente il nostro Paese, in forte ritardo nel raggiungere gli obiettivi sulla conservazione della natura, può e deve dare un importante contributo, rafforzando in primis la sua legislazione sulla tutela ambientale (in particolare le Direttive Habitat e Uccelli), dando piena attuazione a Natura 2000 – la più grande rete mondiale di zone protette – e prevedendo il coinvolgimento attivo delle parti interessate, dei settori politici chiave e della società civile.
Scarica il Rapporto Biodiversità 2020
Le dieci azioni da mettere in campo. Legambiente propone di ridurre l’impatto climatico sulla biodiversità; incrementare le aree protette e le zone di tutela integrale; migliorare la conoscenza e il monitoraggio della biodiversità; rafforzare la rete Natura 2000 per garantire una migliore tutela e governance della biodiversità; promuovere una gestione integrata della costa, dando piena attuazione alla Strategia marina e favorendo la crescita della Blu Economy, in particolare nelle aree marine protette. E ancora, di migliorare gli ecosistemi agricoli e la tutela dell’agro-biodiversità nelle aree ad alto valore naturale; creare una rete nazionale dei boschi vetusti; contrastare le azioni illecite contro specie faunistiche ed ecosistemi naturali; proteggere gli ecosistemi acquatici e migliorare i servizi ecosistemici dei corpi idrici superficiali; combattere le specie aliene invasive; sostenere l’economia della natura e finanziare la biodiversità e il capitale naturale, prevedendo investimenti nella bioeconomia e agevolazioni per giovani imprese che investono in green jobs.

Articoli correlati

Lascia un commento