Come dire no alla sopraffazione della criminalità, primo elemento per mantenere il benessere comune: l’intervento del commissario straordinario Annapaola Porzio.
«La storia dell’antiracket ci racconta che dire no alla sopraffazione criminale è condizione necessaria per mantenere il benessere di una comunità». Lo ha sottolineato il Commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Annapaola Porzio, commissario straordinario del Governo e in particolare del Ministero dell’interno, che è intervenuta a Castellammare di Stabia per la seconda edizione del premio alla legalità intitolato a Michele Cavaliere, imprenditore di Gragnano ucciso nel 1996 dai criminali che aveva denunciato.
«Denunciare gli estortori e gli usurai non solo è doveroso, ma possibile, ha spiegato il prefetto Porzio, perché anche grazie al sacrificio di uomini come Michele Cavaliere, nessuno oggi viene lasciato solo».
Il prefetto ha, poi, evidenziato l’importanza della rete interistituzionale creata in questi anni, che prevede «strumenti di sostegno non solo morale a favore di chi intende sottrarsi al ricatto criminale e recuperare la propria libertà».
«La prontezza delle forze di polizia e della magistratura, l’impegno quotidiano degli enti locali e delle scuole, l’efficace disponibilità delle associazioni antiracket e antiusura, la possibilità di accedere al fondo di solidarietà sono le risposte dello Stato, ha concluso, a cui i cittadini non possono rispondere con l’indifferenza, ma con l’impegno civile e la denuncia».