Il Drive-in nel 2020. Ecco, la risposta al distanziamento umano e sociale imposto per gli spettacoli. Così Pontinia inaugura l’estate pur mantenendo l’autenticità negli eventi successivi.
Alzi la mano chi in pieno 2020 poteva immaginare di guardare lo schermo gigante dall’auto ripercorrendo il fenomeno sociale e culturale del drive-in. Quando si parla di innovazione non si tiene conto della tradizione. O meglio se ne tiene conto, ma tuffarsi così nel passato per rispondere a un’esigenza del presente (e forse, chissà, del futuro) nessuno l’aveva messa nero su bianco. Sta di fatto che mentre tutti progettano e pianificano contromisure per far vivere la cultura e la socialità ai tempi del coronavirus una minuscola e civettuola cittadina di provincia riesce a bruciare sul tempo il vicino capoluogo Latina (ma questa non è di certo una novità), la turistica Sabaudia, la modaiola San Felice Circeo ma anche Roma e Pomezia, se continuiamo a parlare di grandi e medi centri laziali. E così Pontinia ha battuto tutti sul tempo inaugurando sabato scorso il drive-in, rivisitato nel periodo del Covid-19, arricchendo il palinsesto della serata non soltanto con la visione di una pellicola (a battesimo l’evergreen Grease della coppia John Travolta e Olivia Newton-John) ma con l’ouverture di uno spettacolo di danza.
Distanze mantenute, intrattenimento fornito, spettacolo garantito. Tutto in attesa, chiaramente, di tempi migliori. “È inutile stare qui a rimarcare la necessità di come nasce quest’iniziativa, è però innanzitutto un segnale di ripartenza, della volontà di stare insieme e di permettere al settore dell’arte, tra il più colpito in questa emergenza sanitaria, di reagire” dice Matteo Lovato, consigliere comunale e delegato alla cultura a Pontinia. Un progetto sinergico, però, nato tra le pieghe collaborative dell’amministrazione comunale e il mondo dell’associazionismo, “gran parte del merito è di Zero” dice senza mezzi termini Lovato.
L’idea alla fine è semplice, è il classico uovo di Colombo a uso e consumo del mondo di oggi. Le tre serate del weekend, da qui fino al 5 luglio (“ma siamo propensi ad allungare il calendario” confida), già tutti esauriti i ‘parcheggi’ dove posizionare le auto (circa 50, previa prenotazione), da trascorrere guardando una performance sul palco –ad opera dell’associazione Modulo- e poi la visione di un film: eccola qua, semplice semplice, la formula del successo, con in programma per venerdì 26 ‘Pulp fiction’, sabato 27 ‘Pretty woman’ e domenica 28 ‘La bella e la bestia. “Ecco, non sono ‘prime’, non disponevamo di un budget per un palinsesto di richiamo, del resto anche il ticket d’ingresso è molto contenuto”. Già, 10 euro ad auto (e in auto ci si può stringere, familiari permettendo, anche in quattro persone), con la possibilità del servizio ristoro, con le ragazze che svolazzano sui pattini dopo aver ricevuto l’ordine su WhatsApp. Il coinvolgimento c’è, gli spettatori apprezzano la totalità dello spettacolo (fari e clacson sono segnali d’assenso per gli spettacoli sul palco prima del film) e sold out fino all’ultima data disponibile.

“Se posso ringraziare qualcuno quei ringraziamenti vanno ai dipendenti comunali, in un contesto del quadro normativo che muta di continuo hanno lavorato in modo veloce ed efficace” sorride. E il sorriso un poco si spegne quando però Lovato fa i conti col presente, poiché la tradizionale e sentitissima festa patronale di Sant’Anna questa volta si limiterà a una cerimonia religiosa e non vedrà la serie di spettacoli dal vivo cui siamo abituati. Un freno però non previsto per la terza edizione di Lady Bu, la festa dedicata ai prodotti della filiera bufalina che si svolgerà su piazzale Kennedy il primo weekend di agosto, un modo per valorizzare cibi tipici ottimi e la multifunzionalità agricola declinata anche dall’offerta che può provenire dagli agriturismi. Una serie di iniziative messe su in anticipo e che sgomitano seppure strette in una morsa di calendario tra due titani come Latina e il Circeo, dato che Pontinia è situata nel mezzo. “La chiave di volta di queste riuscite è la consapevolezza della propria identità, puntando sull’autenticità di un luogo con eventi accessibili a tutti che però valorizzino appunto l’identità territoriale” precisa. Ecco, appunto, identità, territorialità e prodotti tipici, ma il futuro della cultura è il digitale? “Credo che la tecnologia sia un ottimo strumento, avvicinandoti alla fruizione finale diretta dello spettacolo, ma cultura significa stare insieme, è anche folklore, anche il semplice confronto in piazza è cultura, non per forza di cose attorno a uno spettacolo teatrale o alla presentazione di un libro”. Per ora, però, teniamoci a distanza. Magari in auto mentre guardiamo un bel film in compagnia.