Si sa. Il troppo stroppia. E accadrà inevitabilmente anche per la competizione più diffusa a livello planetario. Avremmo anche lo sturbo, la nausea, il senso di stucchevolezza per i Mondiali di calcio? Chissà. Messi a dura prova dal torneo giocato in Qatar a dicembre, ecco l’ultima trovata della Fifa per incamerare più quattrini, forse a dispetto dello spettacolo sul campo: già dalla prossima edizione competizione allargata a 48 (!) squadre e ben 104 match in calendario, per un torneo che durerà 40 giorni. Così, il Mondiale 2026 comincerà l’11 giugno e terminerà il 19 luglio.
Il Consiglio Direttivo della Fifa ha approvato all’unanimità la proposta di modifica del nuovo format, così, i gironi saranno 12, composti da quattro squadre ciascuno, con le finaliste che giocheranno 8 match rispetto ai 7 canonici, dato che saranno previsti anche i sedicesimi di finale, per via anche dei ripescaggi delle terze classificate. La Fifa ha spiegato i motivi perché ha varato questa nuova formula: “sulla base di un esame approfondito che ha considerato l’integrità sportiva, il benessere dei giocatori, i viaggi di squadra, l’attrattiva commerciale e sportiva, nonché l’esperienza della squadra e dei tifosi” oltre che il nuovo torneo rivisitato “mitiga il rischio di collusione e garantisce che tutte le squadre giochino un minimo di tre partite, fornendo allo stesso tempo un periodo di riposo equilibrato tra le squadre in competizione”. In verità, nutriamo robusti dubbi su questi aspetti sottolineati come estremamente positivi da parte di Infantino & soci, perché forse il Mondiale di calcio diventando così democratico e non più un torneo èlitario (ma sempre accessibile a tutti per via delle qualificazioni continentali) smarrirà un poco del suo grande fascino. Un fascino già venuto meno per via di un torneo frazionato in tre diversi Paesi: Messico, Canada e Usa sono gli ospitanti per il 2026, sperando che non si commetta il puerile errore già visto all’opera in Brasile 2014, dove le squadre (e i tifosi) al seguito dovevano sciropparsi chilometri per le partite della prima fase a gironi perché si era avuta la brillante idea di non fissare sul calendario una sede fissa (!). Un aspetto, questo, di non poco conto, considerata anche l’assoluta distanza tra tre Paesi che, a occhio, paiono più grandi di Svizzera, Austria e Liechtenstein. Comunque, alla fine, l’Europa avrà tre posti in più (16 contro i 13 di Qatar 22).
Intanto, sono state diffuse news anche per quanto concerne la (nuova) vita sportiva dei club: infatti, il Consiglio federale ha anche stabilito le modalità di partecipazione per il torneo Mondiale per Club che dal 2025 verrà disputato a 32 squadre e che si giocherà ogni quattro anni a partire da giugno 2025, ingolfando ulteriormente i campionati nazionali e trattando i calciatori come burattini di un sistema che prima o poi divorerà anche se stesso, fino a perdere importanza anche dal punto di vista commerciale.
Ma torniamo al Mondiale, quello vero. Credete che dalla nuova formula si possa recedere? No, ormai è una certezza. E forse è anche il caso da parte di noi tifosi italiani di stare in composto silenzio, come suggerisce Tullio, il titolare del Bar dello Sport della frazione di Ponte Tapino nel comune ciociaro di Broccostella: allargando il numero dei partecipanti avremo maggiori chance di esserci anche noi piuttosto che guardare gli altri giocare come è accaduto negli ultimi 8 anni.
Gian Luca Campagna (giornalista e scrittore)